La Villa Beretta Porcia di Brugnera
La Villa ha una struttura a ferro di cavallo, la parte abitativa divisa fra la casa del custode e la Villa padronale, struttura questa tutelata dal Ministero Per i beni Culturali e per questo non fruibile durante l’esposizione. Gli spazi che invece vengono utilizzati durante la mostra sono i seguenti:
Il foledor
Utilizzato per anni come rimessa per mezzi agricoli, il foledor uno stanzone dal pavimento in terra battuta, le pareti in sasso e una copertura a travi. L’intervento in questa sala è sempre minimo, per la bellezza e particolarità degli spazi, rustici ma ariosi, duttili a qualsiasi forma d’espressione artistica.
La Sala di Maria Zef
In origine si trattava probabilmente di un’altra sala attigua al foledor e alla casa padronale, probabilmente utilizzata per la lavorazione dei prodotti agricoli, ma nel 1983 è stata protagonista del primo film in lingua Friulana “Maria Zef”, del regista Cottafavi. All’interno è stato ricreato un perfetto fogolar furlan, riprendendo l’originale che si trova nella vicina casa del custode. Gli ambienti sono surreali, in quanto ricreano una realtà che appartiene al nostro passato e a cui sentiamo di appartenere, da questo la scelta di utilizzarli per esposizioni d’arte contemporanea, nella ricerca di un ideale momento di transizione in cui il mondo rurale e la sua tradizione diventano ospiti e fruitori della “sperimentazione artistica”, il tutto nell’ottica della nostra associazione che attraverso il contrasto vuole stimolare un nuovo rapporto costruttivo fra arte e società.
Le Stanze
Dal 2007 vengono utilizzate anche le stanze che completano la parte “non abitativa” della villa. Per le loro dimensioni limitate e per le loro peculiarità di luce e struttura, vengono solitamente concesse a singoli artisti che all’interno ricreano personalissimi microhabitat, in cui lo spettatore può integrarsi con l’opera e farne parte a pieno.