Rassegna d’Arte Contemporanea a Pavia di Udine
Periodo:
9 – 25 maggio 2008
9 maggio inaugurazione e performance ore 18.30
Orari:
venerdì, sabato dalle 17 alle 22 ; domenica dalle 15 alle 20.
25 maggio performance di chiusura ore 18.30
Luogo:
Pavia di Udine, Villa Beretta-Porcia, Villa Lovaria e Mobilificio Casabella
A cura di:
Etrarte (Gloria Deganutti, Raffaella Garzitto ed Elena Tammaro)
Artisti:
Elena Del Fabbro, Francesco Calviello, Francesca Gerion, Riky Modena, Margherita Pevere, Nicola Picogna, Francesca Ragusa, Nancy Rossit, Trrrteatro, Debora Vrizzi, Leonardo Ulian.
La mostra
È giunta al terzo anno la Rassegna d’Arte Contemporanea di giovani artisti friulani organizzata dall’Associazione Culturale Etrarte. Un appuntamento che appassiona e coinvolge amanti dell’arte, artisti, curatori, giovani creativi e sperimentatori visionari.
Sticeboris – nome della rassegna e termine friulano che significa alimentare le braci ma anche stuzzicare, provocare – racchiude l’anima dell’idea iniziale, ovvero quello di “stitzà”, ridare vita a quella parte sopita della mente, delle emozioni e dell’intelligenza attraverso il confronto e il rinnovamento di un linguaggio contemporaneo a più livelli. Alle porte di Udine, l’Arte si è riappropriata dell’Avanguardia, intesa come icona d’espressione comunicativa sociale, come azione di gruppo artistico che sensibilizza, coinvolge, scuote e sprona la società a riflettere, a rallentare il passo e la mente. Ci suggerisce una rielaborazione del punto di vista, delle priorità, degli schemi invisibili ma debilitanti nei quali ci siamo e ci hanno inglobato. Sembra un’impresa impossibile? No, se chiami in causa Boris. Chi è Boris? L’abbiamo chiesto agli 11 artisti chiamati ad esporre a Pavia di Udine. Punto di partenza creativo e riflessivo, Boris, vuole essere la personalizzazione delle “boris”, le braci che, attizzate, generano quel fuoco vitale, quella scintilla che alimenta la creatività, l’idea, innesca il cambiamento, accende i sensi, la mente, il cuore, l’istinto, la vita… Boris come soggetto/oggetto per tracciare un percorso in cui tutti possono diventare visionari e scoprire, con lo stupore di un fanciullo, come il gioco riporta alla pittura e questa, alla liberazione, allo smascheramento della finzione.
Partendo da questo concetto, Francesco Calviello ha creato un’installazione che coinvolge e provoca direttamente lo spettatore invitandolo a lasciare il suo segno… Sempre sulla creatività collettiva è incentrata la seconda opera presentata dall’artista, che assume il ruolo d’ideatore e coordinatore del progetto sperimentale intitolato “Narciso”, nato dalla collaborazione fra due laboratori artistici udinese, attivi in ambito psichiatrico e alcuni artisti esterni.
Sempre nel Foledor di Villa Beretta-Porcia, Francesca Gerion presenta un lavoro grafico dove l’intenzione è quella di far riflettere sulla gestualità quotidiana, donandole una voce destinata a chi desidera ascoltarla. Il terzo artista è il Trrrteatro, un gruppo formato da Erica Mattioni, Byung Suk Gualtieri e Alex Nazzi, che il 25 maggio curerà la performance di chiusura della mostra. Su un lungo tavolo bianco, piatti e bicchieri vuoti sono in attesa; per tre settimane la calma sarà ritmicamente movimentata da qualche suono, fino a quando a fine mostra l’installazione prenderà vita e solo allora si svelerà Who Is BORIS. Nella stanza di Maria Zef, che prende il nome dall’omonimo film realizzato da Vittorio Cottafavi nel 1983, Margherita Pevere presenta una serie di fotografie incentrate sul percorso creativo che dai miti dell’infanzia si disperde e frammenta. Uno studio sulla ricerca intesa come brace calda celata dalle ceneri di ciò che è soffocante se non viene trasformato. Dedicata alla gioia di condivisione delle proprie passioni è l’illustrazione tridimensionale di Nancy Rossit con esposti lo studio dei disegni dell’opera. Sempre nel focolare, “I’m sorry” la videoinstallazione di Debora Vrizzi si sviluppa sul tema dei disturbi alimentari. L’artista affronta il problema tra drammaticità e parodia, giocando sull’humor noir dei sensi di colpa.
Nell’atrio della stanza di Maria Zef, l’installazione di Riky Modena rientra in un progetto sperimentale dell’artista per Who is Boris. Attraverso una simbologia infantile e innocente viene rappresentata la drammaticità della prepotenza umana con una surreale via crucis. Altre tre piccole stanze, adibite un tempo a deposito carrozze, sono state contaminate dall’arte contemporanea. Nella prima, Nicola Picogna ha realizzato un video retoricamente ispirato alla letteratura. Un occhio – Ulisse – e la ciclicità della vita, della morte e dell’imprescindibile nuovo inizio. Nella seconda stanza, Leonardo Ulian gioca sulla finzione e sulla doppia personalità. Una generazione di suoni/rumori fanno parte della performance introduttiva all’installazione che verrà filmata e riproposta su video per i giorni prossimi.
Nella terza stanza, che è la più piccola e intima, Francesca Ragusa si è ispirata alla mitologia orientale e occidentale del drago la cui voce viene evocata attraverso l’installazione sonora-scultorea di ambrate lamine metalliche.
A pochi passi da Villa Beretta-Porcia, tra antichi e profumati glicini, si apre alla vista la seconda location della rassegna Sticeboris, dove troviamo Elena Del Fabbro. Ossessivo e microdirezionato è il suo lavoro, una scultura minuziosa ed animata da creature che abiteranno il platano secolare di Villa Lovaria.
Terzo punto del percorso artistico di Sticeboris è il Mobilifico Casabella; all’interno il prestigio del suo design e stile, si lascia contaminare dagli artisti di Boris per confermare il connubio tra arte e design.
Installazioni, fotografie, video, sculture, performance, pittura e contaminazioni creative si intrecceranno così, tra spazi antichi e alberi secolari, tracciando un affascinante ed intimo itinerario alla ricerca del Boris “Persona, Concetto, Forma, Colore, Provocazione” che c’è in ognuno di noi.